Intervista a Dominic Purcell

Dominic Purcell - Dialogo con il condannato a morte di Prison Break



Dominic: tu sei australiano, ma non si direbbe... stando per molto tempo negli USA ti sei americanizzato?
In effetti è una cosa che sto superando proprio ora. Sono arrivato negli Stati Uniti nel 2000 e il mio accento australiano a volte mi rendeva difficili le cose, quando si trattava di recitare. Tentavo continuamente di parlare con inflessione australiana o americana a seconda delle situazioni e stavo impazzendo. Poi Anthony La Paglia, che è un grande amico, mi ha detto: “Dom, non sforzarti di cambiare il tuo accento ogni volta che ti pare di doverlo fare: sei in America e devi parlare americano. Sempre”. E ho seguito il suo consiglio... devo dire che è stato provvidenziale. Però devo confessare di essere sempre un Aussie boy e l’Australia è nel mio cuore: guardo ancora il cricket, in tv, quando sono a casa a rilassarmi!

Quanto ti impegna il set di Prison Break?
In molti periodi ho girato solo per due giorni a settimana e quindi avevo un sacco di tempo libero... prendevo un aereo e andavo a Chicago a fare surf e a passare un po’ di tempo con mia moglie e i bimbi. È fantastico!

L’ambientazione carceraria è piuttosto claustrofobica: ti senti mai in trappola, durante le riprese?
Soprattutto l’inizio è stato molto intenso: un’esperienza veramente particolare. Il mio personaggio, ogni giorno, ha a che fare con situazioni estreme e – soprattutto – subisce il peso dell’isolamento in cella: sono tutte cose con cui ho dovuto fare i conti. Mi ci è voluto un po’ per abituarmi...

Tu di professione facevi il giardiniere: come sei arrivato a recitare?
La scuola non mi piaceva e studiare mi annoiava, così con alcuni amici ho messo in piedi una piccola ditta che si occupava di giardinaggio... ma era semplicemente una scusa per farci dei giri, bere qualche birra e andare a fare surf! Ma, del resto, è ciò che si fa a 20 anni... poi mi sono stancato di quel lavoro e ho pensato che fare l’attore poteva essere un modo per fare un bel po’ di soldi. Mi sono iscritto a una scuola di recitazione: dopo tre anni ho ottenuto un diploma e ho iniziato a lavorare. Poi ho vinto la Green Card Lottery... e sono venuto negli USA.

La Green Card Lottery! È incredibile... vuoi spiegare ai nostri lettori di cosa si tratta?
Il governo statunitense ogni anno mette in palio diverse migliaia di Green Card, che sono i permessi di lavoro e di soggiorno senza cui non si può restare legalmente negli USA. Basta iscriversi e sperare che il proprio nominativo venga sorteggiato... ho avuto una fortuna sfacciata!

Per quante stagioni di Prison Break ti hanno messo sotto contratto?
Ho firmato per sette stagioni... ovviamente sempre che lo show vada bene e non venga cancellato. Ma anche di 24 dicevano che non sarebbe andato oltre la seconda: e invece...

Senti, che impressione ti fa Hollywood? Quale è la cosa che più ti ha colpito di questo mondo?
Di sicuro è l’ossessione per la celebrità che tutti hanno: il lato glamour di Hollywood è noioso e disturbante... la fama che si autoalimenta senza che ci sia sostanza a sostenerla. E poi c’è il lato professionale: bisogna riuscire a trovare un bilanciamento tra i due aspetti. Personalmente non mi interessa la fama... certo, ti fa avere sempre i tavoli migliori al ristorante e ha i suoi vantaggi, ma è ovvio che la mia priorità è essere un bravo attore.

Un’ultima domanda: segui molte serie in tv?
Non sono un fanatico dei telefilm... quando guardo la tele mi piace seguire i programmi che parlano di surf, di skate e i documentari di National Geographic. Direi che la mia serie preferita, però, è Entourage.

FONTE: seriemagazine.it

PS: Per quante stagioni di Prison Break ti hanno messo sotto contratto?
Ho firmato per sette stagioni... ovviamente sempre che lo show vada bene e non venga cancellato. Ma anche di 24 dicevano che non sarebbe andato oltre la seconda: e invece...

mah... speriamo bene... me lo auguro...ma detto sinceramente senza la Dott. Sarah è strano... era un personaggio molto fondamentale..