Analisi finalizzata a domanda ...

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dado91 - 65p
00lunedì 8 gennaio 2007 20:30
Ho prestato il cofanetto della prima stagione a mio fratello [SM=x732624]

Non l'avessi mai fatto, oggi a litigare per due ore per sfu [SM=x732657] Naturalmente siccome andiamo poco d'accordo, la pensa diversamente su tutto, e si è azzardato a dire che Brenda è un personaggio Scontato.. [SM=x732624] Guerra [SM=x732625] Cmq non è ancora entrato bene nel circolo, sperando che si appassioni almeno posso sfogare la mia totale venerazione per Sfu, ho un quesito da porvi. A quasi tutte le persone che iniziano a vedere Sfu non piace il pilot, a me stesso m'aveva colpito l'originalità ma non mi aveva preso, poi andandolo a rivedere qualche mese fa (uscito ormai di testa per questo telefilm) sono rimasto estasiato, Pilot Spettacolare.. Mi chiedo, perchè? Perchè bisogna "entrarci" in Sfu per apprezzarlo come deve essere apprezzato??
SERIALit
00lunedì 8 gennaio 2007 23:55
Non lo so, è una domanda interessante, ma può essere che così, su due piedi, sia difficile rispondere, ci devi pensare un po'. Probabilmente perché, mi viene da pensare alla puntata del Papi o a Il gioco della vita, questa serie ha una sua filosofia, che impari a conoscere e fare tua dopo un po', o meglio, dopo essere diventato intimo con i Fisher, perché SFU è una delle poche serie, se non l'unica, che riesce a fare questo, farti diventare intimo dei suoi protagonisti, come se li conoscessi da sempre. Quindi, trovandoti poi a guardare una vecchia puntata, ti capita meglio di comprendere i loro comportamenti a volte bizzarri, fuori luogo e incomprensibili... non per chi i Fisher li conosce e li comprende.
Lily81
00martedì 9 gennaio 2007 10:59
Sì,la penso come Ema...non è una serie facile,e come tutte le cose non semplici ci vuole tempo per entrarci,e poi come ritmi e come svolgimento delle storie è praticamente unica:non ha niente a che vedere con le altre serie e di conseguenza innesca anche ritmi diversi nello spettatore.A volte accade che non si crea sintonia e quindi lo spettatore abbandona,altre volte accade l'esatto contrario,una sintonia perfetta di ritmi che non ne puoi più fare a meno [SM=x732660]
Personalmente sono una "sostenitrice" delle cose che richiedono tempo [SM=x732621] ,perchè credo che le cose più belle e profonde non si creino mai dall'oggi al domani...quindi, telefilmicamente parlando, mi affascina l'idea di una serie che impari a scoprire e ad amare un poco alla volta,capendo i comportamenti dei suoi personaggi magari solo a distanza di qualche puntata [SM=x732637]
SERIALit
00martedì 9 gennaio 2007 15:57
Concordo in pieno. Io invece sono un sostenitore dei silenzi, e SFU ne ha tanti grazie a Dio. A volte bisogna stare zitti. Bisogna capire che lo spettatore non è stupido, capisce quello che il suo personaggio preferito sta provando o attraversando anche senza troppi giri di parole. Basta un sospiro, uno sguardo. Mi viene da pensare ai tanti di Claire, e soprattutto a quelli di Nate nel periodo in cui non aveva più idea di dove fosse finita Lisa.
eNOVANT1
00martedì 9 gennaio 2007 16:55
Se vi fa consolare neankio ho capito molto bene la serie [SM=x732628] [SM=x732628] e mi sono fermato all 1ep della 2stagione......kmq il pilot neanke a me mi è piaciuto tanto [SM=x732644] [SM=x732644] [SM=x732644] infatti ho saltato subito le prime puntate....
dado91 - 65p
00martedì 9 gennaio 2007 17:30
Re:

Scritto da: SERIALit 09/01/2007 15.57
Concordo in pieno. Io invece sono un sostenitore dei silenzi, e SFU ne ha tanti grazie a Dio. A volte bisogna stare zitti. Bisogna capire che lo spettatore non è stupido, capisce quello che il suo personaggio preferito sta provando o attraversando anche senza troppi giri di parole. Basta un sospiro, uno sguardo. Mi viene da pensare ai tanti di Claire, e soprattutto a quelli di Nate nel periodo in cui non aveva più idea di dove fosse finita Lisa.



Quotissimo, i silenzi di Sfu che fanno più effetto di un qualsiasi dialogo...mi vengono in mente quelli di Ruth [SM=x732660]
Lily81
00martedì 9 gennaio 2007 19:29
Re: Re:

Scritto da: dado91 - 65p 09/01/2007 17.30


Quotissimo, i silenzi di Sfu che fanno più effetto di un qualsiasi dialogo...mi vengono in mente quelli di Ruth [SM=x732660]



è vero [SM=x732633] [SM=x732641]
marckarlock
00martedì 9 gennaio 2007 22:08
Qualche mese fa un regista giapponese bravissimo (e molto famoso in Giappone), Kiyoshi Kurosawa, è venuto alla mia università per delle conferenze e delle proiezioni di alcuni suoi (bellissimi) film.
Rispondendo ad una domanda di un mio collega, che gli aveva chiesto di Hollywood, ha detto che lui, ma in generale lo spettatore giapponese medio, non capisce i film americani, o almeno quelli hollywoodiani, perchè sono film dove ogni scena è finalizzata ad un qualcosa: in ogni scena il protagonista ha uno scopo, e si adopera per portarlo a termine, riuscendovi o meno.
Mentre, nella vita, non è mai così! Il 90% delle cose che FACCIAMO non ha uno scopo, un fine ultimo, non è una missione impossibile, e molte cose le facciamo anche senza pensarci.
Ed è per questo che a lui (e a tutti i giapponesi, secondo lui [la mia prof. che traduceva annuiva mentre lui lo diceva]) quei film sembrano tanto strani, e tanto artificiosi.
Mentre diceva queste cose, mi sono venute in mente molte scene di Six Feet Under. Una in particolare dove, dopo una dissolvenza, si vede Ruth che si fa un caffè, se lo versa controvoglia in una tazza, si siede al tavolo, fissa nel vuoto con sguardo malinconico. Altra dissolvenza.
Lì per lì sono rimasto spiazzato dalla seconda dissolvenza, dal fatto che, sostanzialmente, in quella scena "non fosse successo niente", ma è per questo che Six Feet Under, dopo un pò, ti entra dentro, e non te lo togli mai più di dosso, perchè è così dannatamente vero, sofferto, è così dannatamente vita vera, che non puoi non empatizzare con quei personaggi (e stavo scrivendo, senza pensarci, "con quelle persone") e con quelle situazioni.
(Però su una cosa devo dare in parte ragione a tuo fratello: Brenda, fino alla terza serie, è un pò "in funzione di Nate").
dado91 - 65p
00martedì 9 gennaio 2007 23:03
Re:

Scritto da: marckarlock 09/01/2007 22.08
Qualche mese fa un regista giapponese bravissimo (e molto famoso in Giappone), Kiyoshi Kurosawa, è venuto alla mia università per delle conferenze e delle proiezioni di alcuni suoi (bellissimi) film.
Rispondendo ad una domanda di un mio collega, che gli aveva chiesto di Hollywood, ha detto che lui, ma in generale lo spettatore giapponese medio, non capisce i film americani, o almeno quelli hollywoodiani, perchè sono film dove ogni scena è finalizzata ad un qualcosa: in ogni scena il protagonista ha uno scopo, e si adopera per portarlo a termine, riuscendovi o meno.
Mentre, nella vita, non è mai così! Il 90% delle cose che FACCIAMO non ha uno scopo, un fine ultimo, non è una missione impossibile, e molte cose le facciamo anche senza pensarci.
Ed è per questo che a lui (e a tutti i giapponesi, secondo lui [la mia prof. che traduceva annuiva mentre lui lo diceva]) quei film sembrano tanto strani, e tanto artificiosi.
Mentre diceva queste cose, mi sono venute in mente molte scene di Six Feet Under. Una in particolare dove, dopo una dissolvenza, si vede Ruth che si fa un caffè, se lo versa controvoglia in una tazza, si siede al tavolo, fissa nel vuoto con sguardo malinconico. Altra dissolvenza.
Lì per lì sono rimasto spiazzato dalla seconda dissolvenza, dal fatto che, sostanzialmente, in quella scena "non fosse successo niente", ma è per questo che Six Feet Under, dopo un pò, ti entra dentro, e non te lo togli mai più di dosso, perchè è così dannatamente vero, sofferto, è così dannatamente vita vera, che non puoi non empatizzare con quei personaggi (e stavo scrivendo, senza pensarci, "con quelle persone") e con quelle situazioni.
(Però su una cosa devo dare in parte ragione a tuo fratello: Brenda, fino alla terza serie, è un pò "in funzione di Nate").



Giustissimo tutto ciò che hai detto! [SM=x732637] [SM=x732660]
SERIALit
00martedì 9 gennaio 2007 23:44
Bravissimo marckarlock, in quale altra serie avremmo mai visto una cosa simile? Vanno tutti così di fretta, tutti sentono il bisogno di essere stupiti, nessuno si accorge quanto stiamo perdendo.
Lily81
00mercoledì 10 gennaio 2007 13:03
Re:

Scritto da: marckarlock 09/01/2007 22.08
perchè sono film dove ogni scena è finalizzata ad un qualcosa: in ogni scena il protagonista ha uno scopo, e si adopera per portarlo a termine, riuscendovi o meno.
Mentre, nella vita, non è mai così! Il 90% delle cose che FACCIAMO non ha uno scopo, un fine ultimo, non è una missione impossibile, e molte cose le facciamo anche senza pensarci.
Ed è per questo che a lui (e a tutti i giapponesi, secondo lui [la mia prof. che traduceva annuiva mentre lui lo diceva]) quei film sembrano tanto strani, e tanto artificiosi.
Mentre diceva queste cose, mi sono venute in mente molte scene di Six Feet Under. Una in particolare dove, dopo una dissolvenza, si vede Ruth che si fa un caffè, se lo versa controvoglia in una tazza, si siede al tavolo, fissa nel vuoto con sguardo malinconico. Altra dissolvenza.
Lì per lì sono rimasto spiazzato dalla seconda dissolvenza, dal fatto che, sostanzialmente, in quella scena "non fosse successo niente", ma è per questo che Six Feet Under, dopo un pò, ti entra dentro, e non te lo togli mai più di dosso, perchè è così dannatamente vero, sofferto, è così dannatamente vita vera, che non puoi non empatizzare con quei personaggi (e stavo scrivendo, senza pensarci, "con quelle persone") e con quelle situazioni.



[SM=x732637] [SM=x732641]
DawsonR84
00sabato 13 gennaio 2007 19:12
i silenzi di SFU sono l'equivalente del fast talk di Gilmore Girls...i personaggi di SFU si nascondono dietro sguardi e mutismo,mentre le Gilmore parlano per nascondere.Due modi opposti,ma altrettanto geniali di concepire una serie
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